Raffaello Legge Vitruvio
Francesco Paolo di Teodoro
Professor, Politecnico di Torino
L’intervento prende in considerazione le correzioni, le note e i commenti autografi di Raffaello conservatici dal Cod. It. 37 della Bayerische Staatsbibliothek di Monaco di Baviera, la traduzione completa del De architectura di Vitruvio eseguita da Fabio Calvo da Ravenna. Le chiavi interpretative (o, se si vuole, di lettura) saranno due: Raffaello lettore e Raffaello interprete del testo fondamentale per l’architettura rinascimentale, volano per il rinnovamento attraverso l’inclusione e l’assimilazione dell’operare degli Antichi. Ci si soffermerà anche su quegli interventi non autografi, ma che presuppongono la discussione fra il traduttore, Raffaello, lo scriba e la cerchia di collaboratori che affiancarono il Calvo nella traduzione (architetti e antiquarii). Il lungo lavoro per la nuova edizione della traduzione calviana – in corsa per la stampa in «Scritti di e per Raffaello» – ha condotto a rivedere “l’elenco” degli autografi già noti (tutti ritrascritti correttamente): alcuni sono stati rigettati, altri sono stati individuati e verranno inclusi nell’intervento. L’insieme delle correzioni di Raffaello non vanno oltre il quarto capitolo del sesto libro. Si cercherà di capire quanto l’opera dell’antico trattatista abbia influenzato Raffaello anche nella totale immedesimazione con l’Antico e cosa conviene intendere con tale termine quando si esaminano anche i suoi… cinque sonetti.